Oggi sappiamo che la questione è molto più complessa, rischiosa, e più vicina a noi: tanti sono i segni del clima che cambia, che già possiamo misurare e che sono raccontati in migliaia di articoli sulle più prestigiose riviste scientifiche internazionali, e riassunti ogni 6 anni dalle migliaia di pagine dei volumi dell’Intergovermental Panel on Climate Change (IPCC), il comitato ONU sul clima. Un lavoro colossale in grado di far parlare tra loro la scienza dell’atmosfera e dei mari, la geologia e l’ecologia, l’idrologia e la glaciologia, l’economica e la sociologia, di valutare le azioni della diplomazia internazionale.
Oggi sappiamo ormai tanto del problema del cambiamento climatico:
- il pianeta si sta riscaldando e continuerà a riscaldarsi nei prossimi decenni
- le attività umane – in particolare la combustione di carbone, gas e petrolio – ne sono la causa principale;
- alluvioni, siccità, ondate di calore, ovvero quelli che gli esperti chiamano eventi estremi, si stiano intensificando in diverse parti del mondo e in modo irregolare e mettono a repentaglio l’idea di stabilità cui siamo abituati: comunità distrutte, danni economici a persone e interi sistemi produttivi, e purtroppo anche morti e feriti.
“Gli effetti del cambiamento climatico cui stiamo già assistendo sono diversi da qualsiasi altra cosa abbiamo visto fino ad ora”,
ha recentemente dichiarato Bill McKibben, fondatore di 350.org.
Dalla Mongolia colpita dalla siccità alle Thailandia colpita dalle alluvioni, dall’Australia devastata dal fuoco alle comunità dell’Himalaya minacciate dallo scioglimento dei ghiacciai, ogni volta che prendiamo il giornale leggiamo di calamità che sempre meno possiamo definire “naturali”.
il cambiamento climatico non è un problema futuro – sta accadendo proprio ora.
Gli effetti dei cambiamenti climatici cominciano a farsi vedere ovunque ma poiché il mondo è così grande, e ognuno di noi ha la sua visuale, è difficile vedere i collega collegamenti, capire quanto è un problema davvero globale e importante.
Allora che cosa sta succedendo al clima?
Secondo gli studi dell’IPCC il pianeta si è scaldato (di poco meno di un grado come media globale) e stiamo andando verso un
aumento della temperatura media del globo che a fine secolo potrà essere, se non si interviene decisamente, anche compresa di 4-5 gradi centigradi.
Questo aumento della temperatura è dovuto alla continua crescita e concentrazione delle emissioni di gas a effetto serra come il biossido di carbonio (o CO2), il metano e il protossido di azoto. Questo cambiamento climatico sarà più rapido e più rilevante delle variazioni di temperatura occorse negli ultimi diecimila anni, ossia da quanto esiste la nostra civiltà.
I cambiamenti climatici hanno sempre interessato la Terra. Fino a qualche secolo fa erano lenti, se dovuti a fenomeni naturali quali ad esempio le oscillazioni dell’asse terrestre, o duravano pochi anni, se dovuti a fenomeni vulcanici.
Cosa succede di diverso questa volta? Due cose molto importanti:
- E’ il genere umano ad esserne responsabile questa volta! Secondo il V Rapporto dell’IPCC “l’influenza dell’uomo sui cambiamenti climatici è indiscutibile”
Infatti dall’inizio della rivoluzione industriale, la concentrazione atmosferica dell’anidride carbonica è aumentata del 40% a causa del massiccio uso di combustibili fossili delle attività umane, la concentrazione del gas metano è cresciuta del 150% e la concentrazione del protossido di azoto è cresciuta del 20%.
- I cambiamenti climatici in corso sono talmente veloci che mettono a rischio la capacità di adattamento degli esseri viventi
I cambiamenti climatici in Italia
L’allarme è particolarmente grave per il nostro Paese. Analizzando attentamente i dati delle temperature l’Italia si stia scaldando più velocemente della media globale e di altre terre emerse del pianeta. Il nuovo record raggiunto nel 2014 è stato di +1.45°C rispetto al trentennio 1971-2000 (fonte: ISAC-CNR).
Anche a livello globale nel 2014 è stato toccato il record delle temperature globali, con un aumento di +0,46°C rispetto al trentennio 1971-2000.
La tendenza del riscaldamento globale, che si può calcolare valutando non solo i dati di un anno ma l’andamento degli ultimi decenni, è per l’Italia una volta e mezzo quella delle media delle terre emerse e il doppio di quella di tutto il Pianeta.
Questi dati sono l’ennesima conferma che i cambiamenti climatici non sono più un’ipotesi sul futuro, nè sono una questione che riguarda solo il Polo Nord: riguarda l’Italia di oggi, con i frequenti nubifragi, distruzioni, morti, danni all’agricoltura. Anche nel 2014 abbiamo avuto numerosi alluvioni, tra cui Genova, Modena, Senigallia, Chiavari; e la produzione agricola è stata duramente colpita, con i produttori di olio d’oliva, miele e castagne in grave difficoltà. Sicuramente ha contato la cattiva gestione del territorio, ma una causa sono state le precipitazioni molto intense.
L’Italia si sta scaldando a una velocità doppia rispetto a quella di tutto il Pianeta
Perciò oltre a politiche volte alla riduzione delle emissioni di gas serra per limitare i danni futuri, l’Italia ha urgenza di mettere in atto strategie di adattamento rispetto alla conseguenze dei cambiamenti del clima che sono già in corso. E occorre una mobilitazione a tutti i livelli, dai cittadini alle muncipalità, dalle regioni al governo nazionale, per mettere in campo azioni in risposta alla sfida dei cambiamenti climatici.
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