Sundar Pichai in persona, CEO di Google, ha pubblicato un lungo post sul blog ufficiale dell’azienda per illustrare quelle che sono le linee guida che Google intende seguire in merito allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, riassunti in 7 punti. La AI, per come la intende Google, dovrebbe quindi essere:
- Socialmente vantaggiosa
- Evitare di creare o di rafforzare disparità
- Essere costruita e testata con la sicurezza al centro
- Essere soggetta ad appropriato controllo umano
- Incorporare principi di tutela della privacy
- Sostenere elevati standard di eccellenza scientifica
- Essere disponibile per usi che siano in accordo con questi principi
Ciascuno di questi punti viene ulteriormente chiarito da Pichai, ma ciò che è quasi più importante di ciò che la AI di Google deve fare, è ciò che non deve fare. Il CEO di Google si è infatti impegnato a non sviluppare un’AI nelle seguenti aree:
- Tecnologie che causino o possano causare danni generici.
- Armi o altre tecnologie il sui scopo principale sia ferire le persone.
- Tecnologie di sorveglianza che violino le norme internazionali.
- Tecnologie il cui scopo violi principi largamente accettati dalle leggi internazionali e dai diritti umani.
Come abbiamo accennato poco tempo fa in un nostro editoriale, l’AI è uno dei temi più caldi del momento, e lo sarà senz’altro anche negli anni a venire. La percezione che ne hanno gli utenti oggigiorno è forse un po’ svilita dal continuo utilizzo (per non dire abuso) di questo termine per cose triviali, ma l’intelligenza artificiale cui si riferisce Pichai non è quella che vi permette di riconoscere se state inquadrando una mela o un melo, ma qualcosa di più complesso e potenzialmente pericoloso.
Queste “7 leggi” (il parallelismo è con Asimov – NdR) arrivano infatti in un momento non casuale. Nell’ultimo periodo ci sono state infatti parecchie polemiche in merito al coinvolgimento di Google con un progetto militare del Pentagono; progetto che prevede “l’uso di intelligenza artificiale per analizzare le immagini dei velivoli a pilotaggio remoto e identificare gli obiettivi”. Google avrebbe quindi deciso di non rinnovare il contratto, in scadenza nel 2019, ma le parole di Pichai suonano come un’ulteriore rassicurazione in merito, piuttosto che come un indirizzo generale. Trovate il post integrale nel link alla fonte, se voleste approfondire l’argomento.
Fonte: Sundar Pichai dal sito Smartworld